Il testamento dell’Ortolano
Giovedì 17 luglio 2025
Narratore: Massimo Barbero
Guida naturalistica: Laura Antiquario (tel. 347 600 0348)
Percorso: San Giorio di Susa a Cascina Roland (Villar Focchiardo)
Ritrovo per chi usufruisce della navetta: ore 14:00 presso il parcheggio di Cascina Roland.
Partenza della navetta: ore 14:30
Biglietto unico: 10€ acquistabile su VivaTicket o direttamente il giorno della camminata, prenotazione obbligatoria compilando il form dedicato.
Costo navetta: 5€ (acquistabile in loco prima della partenza)
Possibilità di prenotare anche l'apericena presso Cascina Roland, al costo di 15€
Borgate in cammino nasce con l'obiettivo di far conoscere il territorio nei suoi aspetti naturalistici e storici vivendolo attraverso l'escursionismo, una forma turistica rispettosa del contesto ambientale e sociale. È possibile sostenerlo partecipando alla nostra campagna di crowdfunding su Eppela: ogni donazione, a seconda dell'importo scelto, permette di partecipare a una o più camminate.
Informazioni percorso
Dislivello negativo: 325 metri | Dislivello positivo: 300 metri | Lunghezza 8 km
NB: ogni partecipante dovrà essere munito di pantaloni lunghi, felpa/pile, scarpe da escursionismo o da ginnastica (no sandali o mocassini), cappellino e borraccia.
Servizio navetta
Sarà disponibile il servizio navetta (al costo aggiuntivo di 5€). La navetta partirà da Cascina Roland alle ore 14.30, per trasportare il gruppo a San Giorio di Susa, dove è previsto l'inizio del cammino. Il ritorno della camminata è previsto a Cascina Roland.
A seguire, per chi vorrà, il concerto gratuito di Caterina Cropelli e apericena (non inclusa nel biglietto della camminata).
Borgate in cammino è un progetto a cui sta a cuore l'inclusività, per questo motivo le camminate presentano vari gradi di difficoltà. Alcune, in particolare, sono caratterizzate da uno sviluppo e da un dislivello contenuto proprio per venire incontro alle necessità di tutti e tutte. Tuttavia, si tratta comunque di escursioni su sentieri di montagna tali per cui è richiesta una discreta forma fisica. Nel caso in cui si abbiano delle condizioni fisiche particolari, è obbligatorio segnalarlo nelle note al momento della prenotazione, così da metterne al corrente la guida escursionistica che condurrà la camminata.
“…i figli finalmente scoprirono l’eredità lasciata loro dal padre, si abbracciarono ed annaffiarono l’orto con le loro lacrime”. È un monologo teatrale tratto da un racconto di Antonio Catalano, eclettico artista, il poeta della meraviglia, il cantore delle piccole cose. Il sapore è quello di una fiaba antica, ma i contenuti sono modernissimi, poiché si parla del legame di amore e cura per il Pianeta Terra, tema di grande attualità e importanza primaria.
Protagonista della storia è l’ortolano Adelmo, vissuto in quel passato prossimo in cui l’orto era fonte primaria di sostentamento famigliare. Egli ha ricevuto la terra dai suoi antenati, l’ha coltivata per tutta la vita; ha imparato dal padre, ma si è anche inventato il mestiere sperimentando ad ogni stagione, con buona pace di tradizioni e proverbi; ha guardato alle fasi lunari un po’ sì e un po’ no, perché la luna sta lassù e che ne sa lei dei fagiolini; ha maledetto la tempesta e la siccità; ha messo su famiglia e l’ha nutrita coi frutti della sua fatica. Il giorno in cui, infine, si sente vicino alla morte, si chiede che destino avrà il suo orto, nelle mani del figlio Michele.
Ricevere in eredità un pezzo di terra e attrezzi agricoli può essere gravoso. Ma se si entra per quel cancelletto sgangherato anche solo per fare pulizia, per il decoro del vicinato, si rischia di subire il fascino di quella variegata comunità di esseri viventi, che va avanti strenuamente anche nel disinteresse del novello proprietario.
L’orto può diventare così un luogo in cui specchiarsi, in cui ritrovare le vicende famigliari, in cui scoprire il legame plurimillenario tra l’umanità e la Terra, che dobbiamo tutelare come eredità comune e ancor più come fonte di vita. Insomma, l’orto è il luogo della Cura: là dove ci si prende cura della terra, e dove la terra cura il corpo e l’anima. Questo è il messaggio lanciato dall’ortolano, laborioso e bonario, filosofo e poeta a sua insaputa.
L’intimità della narrazione si adatta a un piccolo gruppo di ascoltatori, grandi e piccini, per rimanere ancora più fedeli alle atmosfere dei racconti domestici, o di un antico “cunto” in cui però si narrano le gesta non di prodi cavalieri, ma di contadini in sella alla Lambretta, di peperoni magici esplosi in cielo come fuochi d’artificio, di balli a palchetto e lune di polenta…